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"OGM". Dialogo scientifico-politico su una categoria senza senso

Autore: Giovanni Tagliabue

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ALCUNI PARERI
“Un testo esauriente che invita piacevolmente a riflettere su un argomento scientifico-politico di grande attualità.”
Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia, già Ministro della Sanità e senatore.

“Da non scienziato professionista, l’autore usa magistralmente il metodo scientifico per analizzare il problema degli Ogm ed al tempo stesso da filosofo curioso dell'animo umano accoglie ansie e paure senza irriderle, ma cercando di convertirle in domande.”
Roberto Defez, dirigente dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli

“L’autore ha riflettuto in abbondanza sull'acronimo innominabile e sul suo significato e su questo argomento ne ha capito più di diversi scienziati che non vedono che il re è nudo almeno quanto quello della favola.
Spero che il libro venga letto in particolare da politici ed insegnanti e poi, via via, da tutti quelli che si interessano sinceramente di agricoltura, alimentazione e più in generale di cultura.”
Piero Morandini, biotecnologo agricolturale, docente di Fisiologia vegetale all’Università di Milano

 

L'AUTORE
Giovanni Tagliabue, filosofo, ha interessi in antropologia, psicologia, politologia, epistemologia.
È autore del Manifesto per la Democrazia Estesa e Rafforzata, di prossima pubblicazione.

 

PUBBLICAZIONI COLLEGATE

  • The nonsensical GMO pseudo-category and a precautionary rabbit hole, in Nature Biotechnology, 33, p. 907–908
    • Traduzione/adattamento in italiano: www.salmone.org/tagliabue-su-nature-biotechnology
    • Traduzione/adattamento in inglese: www.geneticliteracyproject.org/2015/10/07/nassim-talebs-precautionary-principle-nonsense-and-warped-gmo-pseudo-category
  • The meaningless pseudo-category of “GMOs”. The trouble with the “new techniques” for genetically modifying crops demonstrates the illogical process-based definition of GMOs in EU regulation, in EMBO Reports (the journal of the European Molecular Biology
    • Traduzione/adattamento in inglese: www.geneticliteracyproject.org/2016/01/10/europes-gmo-blunder-fumbling-genetic-innovation
  • The Precautionary principle: its misunderstandings and misuses in relation to “GMOs”, in New Biotechnology (the official journal of the European Federation of Biotechnology), forthcoming
  • Protezionismo a mosaico nell’UE. A margine della nuova Direttiva 2015/412 sulla coltivazione di “OGM”, 23 marzo 2015, www.salmone.org/protezionismo-a-mosaico-nellue

 

PRESENTAZIONE - 4A DI COPERTINA
Per un intricato complesso di fattori psicologici e sociali, politici ed economici, un vasto movimento di opinione, alimentato da robuste forze di attivismo radicale, rifiuta i cosiddetti "organismi geneticamente modificati", le applicazioni e i prodotti dal genoma direttamente ritoccato: ma solo quelle "verdi", alimentari e non.

Mentre lo pseudo-concetto non è neanche circoscrivibile scientificamente, gli oppositori dell'agroindustria insistono nell'attaccarlo, come simbolo di un riprovevole sfruttamento della natura per meri fini di potere e profitto: tale lotta socio-politica, in sé legittima e a volte persino doverosa, ma diretta a un bersaglio sbagliato, fomenta dubbi e paure su pretesi effetti negativi de "gli OGM" per l'ambiente e la salute. Invece, gli scienziati raccomandano - troppo spesso inascoltati, in particolare dai politici - di controllare con attenzione e cautela le singole nuove varietà vegetali, indipendentemente dai modi in cui vengono ottenute ("OGM" e non!). Nel frattempo, molti cittadini e consumatori, disorientati e disinformati, sentono un indistinto disagio per "gli OGM": sentimento alimentato ad arte da chi ha interessi ideologici ed economici nel perpetuarsi del nefasto equivoco.

Il libro spiega questo tabù contemporaneo e propone di accettarne come legittime le motivazioni etiche o para-filosofiche, sebbene siano illogiche e non scientifiche. Ma chi vuole praticare l'avversione per "gli OGM" non deve più pretendere che le sue idiosincrasie siano legge per tutti, smettendo di imporre freni illiberali all'uso ben regolato di certe novità biotecnologiche, alla ricerca pubblica e alle sue ricadute filantropiche!

Abbandonando la lotta controproducente contro un falso obiettivo, i moltissimi ecologisti non anti-tecnologici dovrebbero concentrare le loro forze sulla protezione della biodiversità e sul riorientamento dell'economia in un'ottica di sostenibilità.

 

INDICE DEL VOLUME
Avvertenze
Premessa
SFONDO TEORICO
* Tutti, ma proprio tutti!
* Selezione naturale e selezione artificiale
* Aree e tipi di biotecnologie
* Ci avviciniamo al problema
* Due parole introduttive sull'agricoltura
* Lo scopo di questo dialogo
SCIENZA E LOGICA
* Scienziati divisi? Consenso non è unanimità
- Solo i risultati contano
* "OGM" vegetali e salute umana
- Pericoli? Non si può dirlo in generale...
- ...perché dipende dai casi, "OGM" e non
- Paragoni sbalestrati
- Resistenza agli antibiotici
- Patate, patate, patate
- Mais e topini
* Pseudo-logica bislacca
- Borgesiana
- Un'importante sottigliezza
* Spartiacque evanescente
NATURA
* O Natura, Natura…
- Il linguaggio universale
- Fragole e pesci
- Preoccupazioni etiche sprecate
- Ma ne abbiamo bisogno? (Perplessità principesche)
- Organicità problematica
- "OGM" "biologici"?!
- Messico e frottole
- Coesistenza e "contaminazione"
- Erbacce e pesti, l'eterna lotta
* L'ippopotamo della biodiversità danneggiata
- Distruzione di ambienti naturali
- Specie invasive
- Inquinamento
REGOLAMENTAZIONE
* Da base irragionevole e anti-scientifica, normative squinternate
- Timori ai primordi
- Effetto Isaia
- Qualche esempio paradossale
- Sostanziale equivalenza, concetto da sorpassare
- Precauzione: applicarla, non esasperarla
- Precauzionismo e "OGM": la pseudo-categoria ispira stramberie surreali
* Diversi panorami normativi nel mondo
- USA: come iniziare bene e proseguire male
- Canadesi con cervello
- Neo-lysenkoismo europeo
- Protezionismo a mosaico nell'UE
- Obiettività scientifica batte iper-precauzionismo pretestuoso
- Domanda insensata, risposta impossibile
- Schizofrenia salutistica nel Vecchio continente
- Ulteriore porcheriola europea
- Assurdità internazionali
- Il Codex Alimentarius e i cibi DNA-ricombinati
- Convenzione sulla biodiversità: promesse dalle biotecnologie, sospetti su "gli OGM"
- Protocollo di Cartagena: pregiudizio basilare, effetto controproducente
- Movimenti trasfrontalieri di "OGM": danni e risarcimenti! (Ma quando mai?)
* Una necessaria rivoluzione legislativa
PSICOLOGIA E SOCIETÀ
* Perché il no a "gli OGM"?
- Totem e tabù
- Strategia machiavelliano-leninista
- Mutagenesi negletta
- Un "non-anti-OGM" di sinistra!
* Il Terzo mondo come luogo di contesa
- Sementi suicide
- India infelice
- Riso amaro
* Errori di prospettiva degli eco-attivisti
- Cavalli di Troia e fortezze vuote
- La zappa sui piedi, propri e altrui
- Perimetri non sovrapponibili
- L'ambientalista dimezzato; anzi, peggio, l'eco-bifronte
- Invito alla parziale apostasia
* In difesa del cittadino-consumatore
- Ignoranza legittima e razionale
- Sondaggi male impostati e riscontri altalenanti
- Misinformazione colpevole
- Sgonfiare l'abnorme percezione del rischio
- Etichettare "gli OGM"?
ECONOMIA E POLITICA
* "It's the economy, stupid!"
- Menzogne interessate
- Trattati come utili idioti
- Soldi
- "Gli OGM" sono un successo?
* Dalla scienza alla politica
- Liberi "OGM" in libero mercato (ben regolato)
- Agribusiness da domare: già Adamo lo sapeva…
- Libero commercio e pericoli sanitario-ambientali
- Mucche e ormoni
- Valutazione dei rischi e politica economica: vietato confondere i piani
* La questione dei brevetti agricolturali
- Contratti capestro?
- Pubblico è bello, ovvero Linux in campi e orti
* A mo' di conclusione: abolire l'acronimo!
APPENDICI
* Definizioni: vegetali agroalimentari artificialmente manipolati
- Tentativi malriusciti
* Micro-dialoghetto patatesco
* L'Italia e "gli OGM"
- Vandalismo legalizzato
* Epistemologia claudicante
- Bibliografia
- Indice dei soggetti e dei nomi

 

INTRODUZIONE
"Gli OGM" sono un solido nulla: un errore categoriale, un falso concetto, una cisti intellettuale e politica perniciosa e persistente; vi si accatastano, illogicamente e disordinatamente, quasi tutti i prodotti delle biotecnologie agricolturali che derivino da certe tecniche di intervento mirato sui genomi (ricombinazione del DNA). "Gli OGM" sono oggetto di inesausta propaganda che li proclama, così ammucchiati, portatori di rischi per la salute e l'ambiente che deriverebbero da un intrinseco, indefinito, inesistente comun denominatore; ma analoghe varietà di ortaggi o cereali o legumi o frutti, ottenute con simili metodiche (ad esempio colture in vitro o mutagenesi indotta) sono stranamente indenni alla condanna, come lo sono tutti i prodotti biotecnologici nei campi farmacologico o industriale e alcuni ingredienti alimentari, anche quelli dal genoma direttamente ritoccato. Né i feroci critici distinguono tra le svariatissime caratteristiche ottenute, una miriade di tratti diversi (ad esempio resistenza a insetti, immunità a virus, tolleranza a erbicidi, incremento dei nutrienti, capacità di prosperare con meno acqua, rese aumentate, sapore migliore), molti dei quali pure possono spesso essere generati senza pizzicare direttamente i genomi: per cui questi vegetali migliorati, legalisticamente parlando, non sono "OGM". Perché una lista eterogenea di cultivar è selettivamente quanto arbitrariamente bersagliata? Perché gli oppositori fanno di tutte le erbe "OGM" un solo fascio "OGM" e demonizzano instancabilmente e aggressivamente il tutto? Perché inveire contro uno spauracchio che neanche si riesce a inquadrare?
Non viene giustificato con buoni argomenti: quelli di solito addotti sono invalidi. "Gli OGM" in quanto tali non minacciano la biodiversità, perché le monocolture estensive, che distruggono gli ambienti selvatici, sono un fenomeno che non dipende per niente dal fatto che le piante siano DNA-ricombinate o meno. Viceversa, queste tecniche possono essere amiche della biodiversità: in molte aree del mondo, basterebbe un aiutino ai genomi di varie colture tipiche e locali per salvarle dall'estinzione, che incombe a causa di pesti diventate insensibili ai metodi tradizionali di lotta. Neanche lo sviluppo di resistenza ai pesticidi o agli erbicidi riguarda solo "gli OGM", perché è sempre esistito, è un fenomeno biologico-ecologico eterno: la coevoluzione competitiva.
L'unico motivo di perplessità che abbia una parvenza di senso è il timore che una parte degli "OGM", quelli ottenuti da transgenesi, cioè da trasferimento di piccole sequenze di DNA tra specie lontane, sia una illecita violazione dell'ordine naturale: ma il disagio appare infondato quando si comprende che il codice genetico è un linguaggio universale, che il genoma di microrganismi e piante e animali è composto dagli stessi "mattoncini", che tutti gli esseri viventi condividono molti geni.
Gli interventi di manipolazione degli organismi datano dall'inizio delle civiltà: coltivatori e allevatori hanno sempre modificato, fino ad alcuni decenni fa senza esserne coscienti, i genomi di piante e animali che essi incrociavano e trasceglievano alla ricerca delle caratteristiche desiderate, in senso utilitaristico o estetico. Durante il Novecento, ai tradizionali risultati di ibridazioni e selezioni puramente empiriche si sono aggiunte efficaci tecniche di laboratorio, i cui prodotti - soprattutto vegetali - sono stati accolti con grande favore dagli operatori economici e dalla gente: numerosissime nuove varietà hanno arricchito i campi e le industrie e le tavole, con profitto per i produttori e beneficio per i consumatori. Sebbene anche i primi "OGM" commerciali fossero visti con favore, è poi nato in molte nazioni un movimento di cervellotica quanto dogmatica opposizione.
Sono così quasi ovunque caduti nel vuoto i reiterati appelli degli scienziati a stabilire normative che impongano di valutare i risultati di qualsiasi intervento biotecnologico ("OGM" e non) individualmente, caso per caso: l'impatto ambientale, i rischi salutistici, il rapporto costi-benefici vanno stabiliti a posteriori e per ogni singolo prodotto, non a priori e in relazione al processo, alla metodologia utilizzata. Genetisti, agronomi, ecologi, biologi non raccomandano che i controlli siano blandi: abbiamo molti esempi di esperimenti falliti (sia "OGM" che non), in cui si sono generati effetti collaterali (ad esempio allergenicità o tossicità), per cui queste cultivar, semplicemente, sono state abbandonate. Ripetiamo: anche le biotecnologie tradizionali possono generare vegetali malriusciti, ma gli insuccessi non dipendono dall'uno o l'altro metodo utilizzato; vanno scartati i singoli risultati insoddisfacenti, non le tecniche. La pluralizzazione è sbagliata: se accertiamo che un fungo è tossico, li proibiremo tutti? Essere "anti-OGM" significa cadere in questa trappola semantica; essere "pro-OGM" significa dichiararsi a favore di colture DNA-ricombinanti ben controllate: ma è un'espressione da evitarsi, una scorciatoia verbale equivocabile e fuorviante.
Seguendo gli umori di un pubblico troppo spesso misinformato, sia per colpa di molti attivisti dal paraocchi che di troppi mass media acritici, i legislatori nazionali e internazionali hanno costruito regole raffazzonate e bizzarre: prodotti pressoché identici sono immuni da controlli se ritenuti "tradizionali" (comprese tecniche di laboratorio raffinatissime) o invece oberati di analisi ridondanti, burocrazia inutile, costi abnormi, se sono invece classificati "OGM", utilizzando tentativi di definizione contorti e incoerenti di un oggetto che non esiste. La normativa, quasi ovunque irragionevole, antiscientifica e decisamente squinternata, pone intralci inutili e fa seri danni alla ricerca scientifica, al progresso agricolturale, all'ambiente, all'economia, alla società tutta - soprattutto nei paesi meno sviluppati; si tratta di un proibizionismo illecito, a cui sono spesso sottesi inconfessabili intenti di protezionismo economico: invece, la libertà di impresa va garantita, in un ambito di libero mercato ben regolato, in cui "gli OGM" adeguatamente testati siano tranquillamente disponibili per la produzione e il consumo, proprio come tutti gli altri prodotti agricolturali. Qualsiasi forma di dirigismo statalista, oltre che antieconomica, è antidemocratica.
Coloro che credono di combattere l'agrindustria - lotta socio-politica legittima - demonizzando alcuni particolari prodotti, ingiustificatamente e confusamente conglomerati in uno pseudo-contenitore, mirano a un bersaglio sbagliato, sono vittime di un abbaglio, perché l'area coperta da "gli OGM" non coincide con quella su cui si avventano gli oppositori: mentre l'ostracismo alle colture DNA-ricombinate non ha effetto sui ricavi delle grandi aziende produttrici, i cui clienti sono gli agricoltori che, immuni alla propaganda, acquistano le valide sementi "OGM" in enormi quantità (ciò accade, ove è consentito, anche e soprattutto in paesi in via di sviluppo), l'anatema bislacco favorisce altri capitalisti, i tradizionali produttori di pesticidi più nocivi ed erbicidi più aggressivi; viceversa, l'ostilità sconsiderata intralcia gli "OGM" di natura pubblico-filantropica, il che va soprattutto a danno dei poveri, laddove a essi si proibiscono alcune valide biotecnologie agricolturali e i relativi benefici, piccoli o grandi che siano. Intanto, i commercianti di cibi "organici" incoraggiano le fisime "anti-OGM" e traggono vantaggi economici dall'azione degli agit-prop, strumentalizzandoli, sfruttandoli come utili idioti.
Gli eco-attivisti che siano in buona fede, constatando l'errore di prospettiva, cancellando l'incoerenza controproducente, abbandonando l'assalto al mulino a vento "OGM" e concentrando i loro sforzi sulla parte sana del loro impegno (lotta all'inquinamento e alle energie fossili, sostegno alle rinnovabili, protezione della biodiversità), vedrebbero i loro valori inverati, non traditi.
Comunque, coloro che vedono una negatività intrinseca nei prodotti che chiamano "OGM" - un autentico tabù contemporaneo - sono liberi di evitarli: basta che non si voglia più imporre a tutti questo orientamento. In diverse culture, filosofie, visioni del mondo esistono prescrizioni su cibi da aborrire, comportamenti da seguire, credenze da abbracciare o rifiutare: la modernità è tollerante verso svariati punti di vista. Chi desideri esaltare o demonizzare delle differenze che per altri non sono differenze può farlo, ma volere che ciò sia legge è illiberale, dispotico, fascistoide: sia a livello morale che nel campo politico-economico, è illecito prescrivere all'intera società dei punti di vista legittimi, ma non universali.

MATERIALE AGGIUNTIVO
- Elenchi di vegetali agroalimentari mal riusciti


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